Salomone non pregò per avere ricchezze o lunga vita, ma chiese a Dio di donargli un cuore saggio e intelligente
Anamji S.I.I. Gran Maestro

Desiderio, Conoscenza e Consapevolezza nella Via Martinista

Con la sua intuizione, Salomone ha tracciato il cammino iniziatico da seguire per l'evoluzione che conduce dalla materialità alla spiritualità.
La materia, avendo struttura e forma, produce sempre e comunque un'azione ma è dalla volontà pura che si produce il movimento che crea in divenire ed in armonia con la Legge Universale.
Primo libro dei Re 3, 11
"Dio allora gli disse: ...ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause,..."
Salomone in giovane età chiese la capacità di discernere, letteralmente di separare per scegliere, in particolare il bene dal male imparando a riconoscere le cause per non subirne passivamente gli effetti.
E' inoltre descritto che Salomone chiese questa virtù unicamente per governare degnamente il suo popolo e non per vanità o per essere ricordato quale Re più bravo nella storia dell'umanità; d'altronde anche il Signore volle affermare che mai altro avrebbe potuto possedere la massima virtù di un essere umano che è quella di discernere in perfetta coesione con l'assoluto, mentre vive nel piano relativo del duale.
Comunque lo stesso Re Salomone non seppe mantenere questa corrispondenza di intenti con il Signore, in quanto in età adulta contravvenne al desiderio manifestato a Dio, glorificando divinità corrispondenti alle origini delle donne che intese compiacere. A seguito di questa inversione, il Signore separò nuovamente il regno di Salomone (la materia) lasciandone solo una parte al suo governo e controllo.
Questo spaccato della storia di Salomone, lascia delle indicazioni fondamentali sul senso della vita: la vita non è vanità, non è frutto del caso, è palestra psichica e continuo addestramento per l'evoluzione dell'essere, attraverso la ciclica morte e rinascita per avanzare dalla materia allo spirito.
Il senso della vita iniziatica, è un principio intimo che va ricercato nella sintonia con l'assoluto attraverso la costante sperimentazione del sacrificio e nell'operosa coerenza di intenti.
Tutte le reali scuole esoteriche da sempre, chiedono all'iniziato di dedicarsi al percorso con profonda coscienza e nulla dovrà praticare di cui non ne conosca gli effetti.
Anche le righe del nostro rituale, dedicate all'A.I., suggeriscono di fare riferimento sempre alla propria coscienza "giudice temuto", al fine di imparare ad essere "sempre sé stesso".
Se escludiamo la presenza di un Dio antropomorfo che dà e toglie in funzione del rispetto o meno di leggi etiche e morali, si evidenzia come tutto si genera e si trasforma all'interno di noi stessi.
La saggezza del cuore, chiesta da Salomone, non è racchiusa in facoltà intellettuali ma nella capacità pratica di riuscire a mettere sempre e soltanto al primo posto azioni coerenti con l'energia suprema.
D'altronde si è rivelato a Salomone colui che E', l'invisibile, l'intangibile, l'energia o vibrazione prima, il punto unico dell'assoluto!
Come avrebbe potuto un uomo illuminato, relegarlo nel piano relativo con richieste di ottenimenti materiali?
La realtà divina non può essere confusa in concetti corrispondenti all'umano, non può dividersi tra scienza e fede o tra i dogmi religiosi. Così come, non è possibile applicare parametri profani alla sfera iniziatica senza incorrere in gravi derive e brusche frenate nella realizzazione del "tempio imperituro" che tentiamo ogni istante di costruire.
Questo genere di contese distoglierebbe le nostre energie dalla meta assoluta, dal desiderio principe che consiste nel volere giungere con ogni sforzo alla conoscenza dello Spirito Creatore, percorrendo le vie dell'intelletto e del cuore.
Evidentemente nel piano della manifestazione la realtà è sbriciolata dai filtri dei giudizi, dall'ego che cerca la luce dei riflettori, tutto spalmato e misurato tra piccole tracce di spazio e tempo. Questa è la discesa della sostanza-energia che si condensa nella materia e che per disgregazione della stessa, da energia torna alla sostanza originaria.
L'anima che agisce attraverso l'involucro umano, è un continuo raccoglitore di desideri che esprimono l'essere con i suoi psichismi. Tale caratteristica umana fa sì che ad ogni ottenimento e conquista, la gioia del momento svanisca al generarsi di nuovi bisogni.
Con questo sufficiente livello di consapevolezza, l'uomo iniziato alla ricerca della verità ha assunto dei doveri non riferibili alla prospettiva che si realizzi qualche cosa di materiale; ha invece il dovere di proiettare i suoi desideri ad un livello superiore in una continua progressione ed espansione, il che richiede fatica e sacrificio ma con questo tipo di intenzione e di indirizzo, gli psichismi si dissolvono eliminando ogni forma di lotta e contrasto.
Ogni nostro desiderio, non represso, si produce in manifestazione di volontà ed in organismo attivo ma soltanto in uno stato di consapevolezza sempre più profonda, prendiamo coscienza che tutto è vibrazione, tutto è energia che si espande in ogni direzione generando una rete di azioni e reazioni, di cause ed effetti.
In tal senso, all'A.I. è stato indicato quanto segue: "... l'iniziato potrà recepire in sé la Vita Una quando la Divinità, il cosmo e la natura faranno parte, senza fratture, della sua coscienza, per raggiunta consapevolezza".
L'apparente automaticità con cui fluiscono le energie nell'universo, dove tutto è perfettamente e costantemente equilibrato, mentre da un lato apre al concetto di Legge Divina (terzo elemento armonizzante gli opposti a cui la scienza ancora non è definitivamente pervenuta), dall'altro evidenzia i limiti della conoscenza umana che, per quanto vasta possa essere, sarà comunque impossibilitata a modificarne o condizionarne gli eventi.
E' impensabile il poter raggiungere un'adeguata conoscenza senza prima avere imparato a rispettarla ed è per questo motivo che le leggi dell'Universo, orientate dalla saggezza e manifestate nell'amore, al di là dell'essere comprese, devono innanzitutto essere rispettate.
A puntualizzazione di quanto sopra, risultano eloquenti le seguenti indicazioni che l'Iniziatore dedica al nuovo A.I. : " La natura e la materia agiscono per mezzo di un'adattabile e compensatrice intelligenza ripetitiva. L'uomo agisce in base allo stato della propria evoluzione nei diversi gradi della sua intelligenza, della sua volontà e della sua intuizione. La Divinità agisce come Provvidenza in accordo con il benessere e l'armonia universali e può allearsi, in questo divenire, con la volontà umana soltanto mediante il libero consenso di quest'ultima: l'alleanza del divino con l'umano sottende un grande mistero che tu, con le tue sole forze sei chiamato a risolvere".
Tutte le filosofie iniziatiche propugnano la libertà dell'uomo ma essa è cosa ben diversa dalla libertà dell'Essere di cui disponeva Salomone per ottenere da Dio un cuore puro ed intelligente.
Il libero arbitrio, troppo spesso definito come assunto per diritto, altro non è che quella libera scelta che sorge mano a mano che si ascende la spirale evolutiva e la coscienza risplende come esclusivo punto di riferimento.
Il libero arbitrio è una conquista progressiva, graduale, un obiettivo da raggiungere che ciascuno può misurare dal punto di vista soggettivo del proprio livello di evoluzione.
Prendendo spunto dalla legge del karma, ricordiamo che tutto il passato è racchiuso in ogni ritorno involutivo ed il futuro è contenuto nel presente in cui si originano le cause e, da viandanti iniziati, possiamo esercitare tutta la libertà che vogliamo ma esclusivamente per trasformare noi stessi ed evolvere oltre il piano del duale.
Il desiderio, la conoscenza - volontà e la consapevolezza, sono i tre diversi aspetti in cui l'essere umano deve cimentarsi per giungere al dominio di una fase e procedere a quello superiore, operando lo stesso ternario in un nuovo ciclo.
Si immagini quanto nella vita di ciascuno si ripetano ed incidano ciclicamente questi tre elementi, in un costante lavoro descritto dai tre piani di diverso colore e sottostanti il trilume.
Qualsiasi cosa si desideri fare, si deve aprire e chiudere un ciclo; in natura è facile soffermarsi ad ammirare un albero con i suoi fiori e frutti, tuttavia è raro cogliere l'essenza del seme da cui tutto è stato generato. Il seme attiva il ciclo che dall'albero e dal frutto si ripiega in un nuovo seme, concreta attuazione dei cicli di espansione e contrazione dell'universo.
Anche tutti noi emettiamo un pensiero-seme da cui promana un'azione che a sua volta origina un pensiero (si auspica ancora più elevato) e così via, azione o energia che deve operare creando in un continuo divenire che evolve o degrada, seguendo il corso di una spirale.
Gurdjieff, ha descritto la sistematicità con cui si riproduce una forza per giungere al completamento di un fenomeno, portando l'esempio della scala musicale, modello in cui le vibrazioni o frequenze si modificano in fase ascendente o discendente, lungo la scala armonica. Generalmente serve un intervento esterno che incida violentemente sulla monotona e assuefatta volontà, per determinare la ripresa dal torpore verso la corretta direzione.
Basta indagare nella storia tanto dell'umanità quanto di ciascuno di noi, per verificare l'esattezza di questa esemplificazione.
Negli eventi che riempiono lo spazio tra un ciclo e quello superiore (come tra due ottave), si svolge il percorso dell'essere umano che può vivere sempre lo stesso ciclo come un fuscello in balia degli eventi fino a quando la conoscenza non si traduce in utile supporto della volontà, indirizzando le proprie forze per ascendere, attivamente, al livello di consapevolezza superiore e così via.
Cercare di "essere ciò che si è" in coscienza, significa anche abituarsi gradatamente a questa evoluzione consapevole, "separando lo spesso dal sottile", lo spirituale dal materiale, come si ripete in natura ciclicamente durante l'autunno.
Ciascuno di noi come i frutti dell'albero ha il suo tempo, "quod fructum suum dabit in tempore suo" e tutto è sempre perfetto in natura per chiunque esprima la (realmente) libera volontà di armonizzarsi con essa.
Il cuore intelligente che prelude alla capacità di discernimento, chiesto ed ottenuto da Salomone, è l'obiettivo della "via cardiaca" tracciata dal Nostro Filosofo Incognito L. C. de Saint Martin, affinché il nostro cammino possa essere alimentato dalla verità; Egli a tale proposito scrisse: "Non appena la Verità vede nascere così il desiderio e la volontà nel cuore dell'uomo, vi si precipita con tutti gli ardori del suo amore e della sua vita divina. Spesso ella non chiede all'uomo che di privarsi di ciò che è nullo e, per tale sacrificio negativo lo colma di realità".
Il desiderio puro ed in sintonia con le vibrazioni universali originarie, mette in moto le facoltà del cuore inteso come centro del sentire, dell'amore cristico e dell'evolversi in armonia.
Da sempre il cuore è al centro delle manifestazioni simboliche ed iconografiche religiose e tra le più antiche vi è quella egizia da cui la "psicostasia" simboleggiata dalla piuma della Dea Maat poggiata su un piatto di bilancia, contrapposto all'altro in cui è adagiato il cuore del defunto.
La rappresentazione simbolica, invece più eloquente e coerente con quanto attestato dalla scienza, è data dalla posizione nello schema sefirotico, della Sephirah Tiphereth in quanto centrale e collegata direttamente a tutte le altre Sephiroth tranne Malkuth.
La scienza ha ribadito la centralità del cuore per l'intero organismo umano, accertandone anche la dotazione di propri neuroni ed in autonomia rispetto alle influenze elettriche del cervello.
Inoltre, il campo elettro-magnetico del cuore, oltre a prodursi già nel feto, in fase di sviluppo raggiunge potenza e dimensioni in assoluto maggiori rispetto a tutti gli altri organi umani, assumendo una forma toroidale e doppia, coerentemente con il piano duale della manifestazione.
In particolare, il toroide come analizzato e descritto dallo scienziato e filosofo Arthur Young: non è solo una forma ma anche un processo in quanto, "è l'unico modello di energia o dinamica che può autosostenersi ed è fatto della stessa sostanza che lo circonda, come ad esempio un tornado ... e, d'altronde, il campo elettromagnetico terrestre".
Quando generiamo pensieri benevoli, di amore e compassione, si genera un effetto in termini di emo-azioni che dal cuore influenzano la funzione corticale così da generare la sintonia tra cuore-ritmo cardiaco-cervello, misurata scientificamente come un segnale elettrico molto basso quale è quello indotto da alcune fasi di meditazione o prodotto dall'ascolto di determinate frequenze.
Tale proiezione magnetica che dal cuore si riflette all'esterno del corpo fisico, oltre ad essere sensibilmente percepibile, costituisce un reale anello di congiunzione in perenne scambio con il campo elettro-magnetico dell'Universo e le creature in esso viventi.
Ricordiamo allora, la parola greca εγρηγορος da cui Eggregoro che significa "sono desto, vigilo, veglio" ed immaginiamo attivamente come le nostre coscienze ridestate possano alimentare il sistema a cui abbiamo dichiarato di dedicare ogni nostro sforzo, nel giorno della nostra iniziazione.
Se siamo persuasi di essere parte di un'unità collettiva in base al principio di armonia e quindi di ordine universale, comprendiamo che non serve apprendere gli insegnamenti del NVO unicamente per sentirci eruditi, a nulla serviranno se non impariamo a "sentirli" come orientamento delle nostre vite.
Certamente dobbiamo calarci costantemente in realtà quotidiane e storiche differenti da chi ci ha preceduto ma la vita è un viaggio e l'unico bagaglio che realmente possediamo è il risultato dei nostri sentimenti.
L'elemento che tutto spiega al di là di spazio e tempo è l'Amore: nella materia si produce in attrazione, nell'anima è ardore ed impulso energetico, nello spirito è l'orientamento della vita verso l'Uno.
Perdonare ogni torto od offesa, fare sempre del bene ed eliminare ogni pensiero od azione che non sia indirizzata a costruire, serve ad escludere ogni energia negativa che, inevitabilmente, si ritroverebbe sulle proprie spalle al nuovo giro di giostra.
E' dunque necessario assumere la consapevolezza della universalità e della collettività, senza la quale non può esserci risveglio della coscienza, peculiarità che consente la sintonia da cuore a cuore fino al punto che qualsiasi cosa faremo ad un altro, la percepiremo come se fosse stata fatta a noi.
Abbiamo manifestato il desiderio di essere - sentire - agire - vivere da Martinisti e non di fare i Martinisti "a tempo" ed anche se il NVO ci offre conoscenze e metodi, questi resteranno strumenti sterili, se non supportati dalla volontà di maturarne un uso regolare, costante e consapevole, finalizzato alla reintegrazione individuale e collettiva.
I metodi devono fondersi con il pensiero partorito da un cuore intelligente, la cui capacità di discernimento ci orienterà verso un unico indirizzo: se ameremo costruiremo senza alcuna possibilità di dividere e tutto ciò che benediremo potrà solo essere trasformato in meglio ed anche noi saremo trasformati.

Concludo indirizzando a tutti voi la mia profonda gratitudine, nella certezza che questo XLVI Congresso del NVO sarà ancora evento prolifico per l'ulteriore trasformazione e sviluppo dei nostri sentimenti, in perenne catena d'Amore.