LA PASQUA
di Nicolaus S.I.I. Gran Maestro dell'Ordine

La parola è una traslitterazione dell’Aramaico Pasha, in Ebraico Pessah il cui significato fondamentale è “ passare oltre”.

Per gli ebrei è la festa di commemorazione della liberazione dalla schiavitù di Egitto, l’avvenimento che segna la nascita di un rapporto speciale tra Dio e il popolo di Israele e, come tutte le feste della liturgia ebraica, ha un tale contenuto di Tradizione e Santità da riuscire sempre ad alimentare la forza e la ispirazione spirituale del popolo ebraico in attesa della liberazione finale.

In particolare la Pessah è la prima e più importante festa rituale e liturgica dell’anno ebraico, poiché cade al primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera, quindi nel 14° giorno del mese di Nissan, primo mese dell’anno ebraico, tra la seconda metà di Marzo e la seconda metà di Aprile.

In questa notte di veglia gli ebrei partecipano intensamente al rito di Seder,la cena a lungo preparata, i cui simboli e riferimenti sono intesi a provocare una esperienza personale e comunitaria di liberazione, ri-sperimentando la redenzione dall’Egitto come preparazione alla liberazione finale del Messia.

Il rito contempla la preparazione del pane azzimo, Matzah, organizzata da lungo tempo, con una cura ed una attenzione quasi maniacale tesa ad evitare ogni più lontana possibilità di inquinamento con fonti di lievito, Chametz.
Il frumento migliore, scelto sin dal momento del raccolto e conservato con grandissima attenzione, viene macinato almeno quattro settimane prima della Pessah con processi appositamente predisposti e tutto il ciclo, compreso l’impasto, la cottura e la consumazione viene accuratamente controllato da uomini pii e dotti.

Il lievito è l’istinto malvagio, arrogante,superbo, mentre il pane azzimo è l’istinto buono, prudente, umile, veritiero.
Il rito rappresenta una lunga ed attenta opera di purificazione dei luoghi e delle persone che compongono il nucleo familiare. Infatti il Talmud prescrive, nella notte di Pessah, di cercare con la massima diligenza ogni sostanza di lievito alla luce di una candela, la candela del comandamento accesa con la luce della Torah.

Il pomeriggio della vigilia di Pessah si procede al sacrificio dell’agnello accuratamente selezionato e curato nelle settimane precedenti affinché sia e si mantenga idoneo al sacrificio. L’agnello viene scannato, Shchitah, dal sacerdote, senza rompere alcun osso, ed il suo sangue, raccolto in appositi recipienti, viene sparso sull’altare mentre il grasso ed i visceri sono bruciati in onore di Dio. Il resto viene arrostito perché sia di alimento ai commensali del Seder come prescrive la Torah.

Il rito di Seder inizia la sera di Pessah con la mensa imbandita su una tovaglia bianca, la stanza ampiamente illuminata e la madre che pronuncia la benedizione della Luce.

Il capofamiglia è vestito come quando, risorto, dovrà presentarsi al Giudizio Universale, con il suo Kittel bianco, cinto da un cordone bianco, ed in testa la sua Kippah di seta bianca.

Il pane azzimo, Matzoth e l’agnello arrosto sono completati con l’erba amara, Maror, l’uovo sodo, la lattuga, il dolce, Charoset, un osso di agnello spolpato e quattro coppe di vino che ogni commensale, senza alcuna eccezione, deve bere, con la destra, ogni volta di un fiato, poiché rappresentano le quattro salvezze fondamentali operate da Dio per il popolo di Israele (Tragum Onkelos), quando il Signore si manifestò al mondo per crearlo, quando si manifestò ad Abramo perché potesse generare Isacco, capostipite della razza, quando si manifestò mettendo a morte i primogeniti egiziani ed infine quando si manifesterà al Giudizio Universale per la redenzione del popolo eletto.

Tutti gli elementi fondamentali di questo complesso rito sono stati assorbiti dalla Tradizione Cristiana che nella antichità, con la Pasqua quartodecimana conservava anche la data ebraica.

Successivamente la Pasqua è stata spostata alla Domenica immediatamente successiva, per differenziarsi dalla Tradizione Ebraica, e sopratutto per festeggiare la Resurrezione del Crisro che cade il secondo giorno dopo la Pessah, in corrispondenza della festa delle Primizie, primo dei cinquanta giorni del computo di Omer, al termine dei quali è la festa ebraica Shavu’ot, la ricorrenza della consegna della Torah a Mosè sul monte Sinai e che il calendario sacerdotale solare degli Esseni di Qumran faceva iniziare il giorno successivo al primo sabato dopo il 14 di Nissan, in contrasto con il calendario lunare dei sacerdoti del Tempio.

Questo periodo corrisponde alla festa cristiana delle settimane o Pentecoste, detta anche Pasqua Rosata, collegata al simbolismo della rosa molto caro agli Ordini Illuministi, simbolo successivamente richiamato con il mese Mariano di Maggio.

La Pasqua Cristiana ha acquisito da quella Ebraica in particolare il richiamo simbolico al bisogno di purificazione, ed identifica il sacrificio dell’agnello con il sacrificio di Cristo, come ha testimoniato Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi “ Cristo nostra Pasqua è stato immolato, celebriamo dunque la festa non con lievito vecchio o con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità”.

L’Apostolo Giovanni colloca la morte di Cristo, a cui non è spezzato alcun osso, nell’ora in cui i sacerdoti ebrei sacrificavano gli agnelli, mentre i Sinottici collocavano la ultima cena di Cristo al Seder, il banchetto pasquale della sera del 14 di Nissan e quindi la crocifissione al giorno successivo.

Noi accettiamo per pienamente validi tutti i riferimenti rituali e simbolici sia della Pasqua Ebraica che di quella Cristiana, ed associamo al Cristo il simbolo di Riparatore, colui che ha voluto con un atto di Amore sublime immolarsi per salvare il debito Karmico della intera Umanità, novello Adamo che testimonia l’antico ruolo dell’Uomo nella Creazione come progettato da Dio e quindi riscattare per tutti noi la possibilità reale di Reintegrarci nella qualità mai persa di Figli di Dio.

La Pasqua diventa quindi il simbolo della Speranza nella Luce Perpetua, ed è il giorno in cui la luce piena della Luna si trasforma senza alcuna soluzione di continuità nella Luce piena del Sole, completando la Operazione Equinoziale con la Resurrezione della Natura dopo la morte invernale.

E con questo spirito, care Sorelle e cari Fratelli, Vi giungano i miei più intensi auguri di ogni bene, di pace e prosperità.