SOLVE ET COAGULA
(processo di purificazione e trasformazione)
di Nicola Ingrosso

Sono ormai così abituato alla sensazione di presenza di Fabrizio intorno a me, da aver perso la consapevolezza della sua scomparsa fisica ed avvertire questo stato come normale, sorprendendomi spesso a dialogare mentalmente con lui come se fosse fisicamente presente

Questa sensazione è diventata ancora più coinvolgente rileggendo il suo libro “Introduzione alla pratica alchemica”.

Ho avvertito più che mai il tono pacato della sua voce, quel suo discorrere tranquillo e sicuro come se le sue esperienze di verità fossero quasi banali, sempre pronto a sottolineare l’importanza dei nostri rituali, la pratica alchemica per noi più facile e idonea a trasformare il nostro piombo in oro.

Infatti il suo costante insegnamento, coerente con le considerazioni riportate nel suo libro, non ha mai inteso indicare o invitarci a percorrere una via di perfezione alternativa al nostro martinismo, tanto è che il titolo del suo libro è “Introduzione alla pratica alchemica”, non alla Alchimia pratica, e quindi ad una pratica operativa fondamentalmente tesa ad esaltare la consapevolezza individuale della propria dignità e del proprio compito, in tutto identica a quella che già ora ognuno di noi percorre, e che può indifferentemente essere chiamata sia Alchimia Spirituale che, meglio, Martinismo.

Senza mutare una virgola del contenuto del libro potremmo tranquillamente mutare il titolo, da “Introduzione alla pratica alchemica” in “Introduzione al Martinismo”, quel Martinismo che rappresenta la vita vissuta del nostro Maestro L. C. de S. Martin di cui quest’anno ricorre il bicentenario della sua scomparsa fisica, e che trasse la sua e la nostra dottrina da M. de Pasqually.

Quello stesso Martinismo che attraverso i secoli è giunto sino a noi tramite i G. M. passati Nebo e Giovanni Aniel.

Non a caso il libro di Fabrizio, forse l’unico da lui scritto nel lontano 1982, fu preparato quando era ancora suo e nostro G. M. Nebo, ed ebbe la prefazione del Fr. Antelius, al secolo Carlo Gentile, mio Iniziatore.

E’ particolarmente significativa per questo nostro Convegno la sintesi del libro sul retro della copertina:

“...Attraverso la dinamica del “Solve et Coagula” in cui si riassumono i dodici processi alchemici associati ai segni zodiacali, l’uomo contemporaneo può divenire la strada della sua liberazione intellettuale e morale, ricomponendo finalmente il cruciale conflitto che oppone la natura alla cultura”.

Con questa mirabile sintesi ritroviamo le vie di conoscenza quali Alchimia, Astrologia, Natura, cultura intellettuale o Scienza dell’Uomo, sua morale, normalmente separate e quindi dissolte, ora Coagulate dalla nostra dottrina Martinista.

Le citazioni tratte dal “Narciso e Boccadoro” di Herman Hesse ed indicate da Fabrizio a supporto delle operazioni di Solve et Coagula, sono una ulteriore conferma di questo.

C’è solo una pace che si conquista continuamente con lotte senza tregua e tale conquista deve essere rinnovata giorno per giorno che sintetizza la qualità di Monaco Combattente che riconosciamo come nostra specifica connotazione e qualifica.

Un uomo destinato all’alto.. può anche errare per profondi ottenebramenti senza che nel sacrario della sua anima mai si spengano la Luce Divina e la forza creatrice che definisce i termini della nostra immensa dignità e rappresenta, in maniera sublime, la sintesi della nostra operazione di trasformazione del piombo in oro, il nostro grande desiderio di partecipare alla realizzazione della Grande Opera, la Reintegrazione degli Esseri nelle loro primitive proprietà virtù e potenza Spirituali e Divine.

L'operazione di “Solve et Coagula” che rappresenta la pratica Alchemica, è assimilabile alle operazioni per noi più familiari di Analisi e Sintesi o di Logica Razionale ed Intuizione, o di Intelligenza e Saggezza, o, meglio, di “Binah e Hochmah”.

Nel corso delle nostre quotidiane esperienze di vita siamo chiamati ad applicare, spesso e senza rendercene conto, i criteri di analisi e sintesi, e quindi di frazionamento di un’unica complessità in più elementi semplici, che più facilmente si possono dissolvere nella nostra comprensione, per poi meglio focalizzare la base comune di tutti questi dettagli e coagulare la consapevolezza di una diversa unità.

Questo è il meccanismo basilare che utilizziamo per interiorizzare le nostre esperienze e per crescere in consapevolezza.

In questa operazione noi attiviamo sempre, alternativamente, sia la Logica che la Intuizione, e quindi rispettivamente l’Emisfero cerebrale Sinistro e Destro, Binah ed Hochmah, La Regina ed il Re, dalle cui nozze potrebbe nascere il figlio Androgino, il Sè, a condizione che sappiamo operare, cioè che dopo lunga esperienza, impariamo a trovare quel giusto coagulo permanente in grado di dissolvere ogni nodo in noi.

Il profano compie queste operazioni quasi automaticamente, senza rendersi conto delle forze che muove e dei potenziali risultati che sono in gioco, mentre l’Iniziato, pur chiamando queste operazioni in tanti modi diversi, è consapevole dell’uso degli strumenti a sua disposizione e questa consapevolezza diviene il lievito determinante, il catalizzatore che gli consentirà, con certezza, di conquistare il risultato a cui tendono tutti gli Iniziati: Il permanente risveglio del Se, di quel Coagulo Immortale capace di tutto dissolvere.

Analizzare noi stessi, dividere tutte le singole componenti della nostra personalità, separando quelle posticce da quelle via via più fondamentali, alla costante ricerca dell’uno in noi.

Per Herman Hesse “Sveglio” è chi conosce con l’intelletto e con la coscienza se stesso, le proprie forze intime ed irrazionali, i propri istinti e le proprie debolezze, e sa tenerne conto.

E così potrà imparare a conoscersi ed amarsi, a conoscere ed amare tutte le sue componenti, anche quelle buie e prima sconosciute, illuminandole tutte con la luce della propria consapevolezza, da sola idonea e sufficiente a provocare automaticamente quella progressiva purificazione necessaria alla nuova coagulazione, sempre pronti a ripetere, quanto prima, più e più volte, all’infinito, questa operazione, mai stanchi e mai domi, recuperando gli errori compiuti e procedendo a piccoli passi in quella trasformazione progressiva che ci avvicina al nostro obbiettivo di Reintegrazione.

E questo accadrà inevitabilmente, con un piccolo sforzo quotidiano, solo se sapremo alimentare in noi, con cura e dolcezza, quel fuoco alchemico del Desiderio che un Dio rubò per noi all’Olimpo.

Fabrizio ha affidato alle ultime pagine del suo libro il suo testamento spirituale, affinché ogni Iniziato ne acquisisca piena consapevolezza.

“...scopriamo, andando oltre, di essere più propriamente, un grumo nello spazio e nel tempo, che nel suo ultimo stadio di corpo fisico, nella sua pietrificazione, nel suo più lento e pesante modo di essere manifesto, rappresenta il punto di incontro di pensieri, sentimenti, istinti che, nel loro insieme, così come si esplicitano in ciascuno di noi, qui, oggi, formano tante unità mosaico, ciascuna irripetibile.

In me, qui ed ora, c’è una identità biologica, un codice personale, che è mio e dura finché dura la mia presenza su questo piano: codice personale che è costituito dagli innesti degli archetipi dell’inconscio collettivo, che sono di tutti, sulla mia personale e precipua eredità genetica e sulla mia, personale e precipua, connotazione ambientale.

L’atomo seme che distaccandosi dal mio cadavere trasmigrerà oltre l’universo fisico, essendo esso stesso insieme di tutte le esperienze, a tutti i livelli fatte, di quella mia incarnazione che ha appena cessato di essere, costituisce per l’appunto l’estratto di questo codice personale, cioè di quanto in questo codice sarò consapevolmente riuscito a far sopravvivere.

Accade più spesso di quanto comunemente non si creda che di questo codice personale poco o nulla si sia risvegliato e, di conseguenza, poco o nulla sopravviva a livello di consapevolezza.

Donde la necessità dell’esercizio quotidiano e costante volto a trasformare ogni cosa in rito, sì da accendere di consapevolezza ogni livello dell’uomo, dal supremo all’infinito.”

Affinché tutto dell’Uomo Iniziato diventi Immortale!