L'uomo di desiderio ed i gradini dell'iniziazione mentale, fisica, astrale; la coscienza nei mondi superiori
Anamji S.I.I. Gran Maestro

Convento dei S.I. e S.I.I. Palermo - 8 e 9 aprile 2017

Essere iniziati, non necessariamente coincide con il vivere da iniziati, perché esiste una conoscenza, non riproducibile a parole, che viene solo dallo Spirito.
Gli esseri di desiderio, non parlano e non prendono inutili iniziative per soddisfare la propria individualità e non conoscono ostacoli alla volontà del loro grande Sé. Hanno raggiunto lo stato più sottile di se stessi e conoscono il loro niente ed è in quello "spazio" che hanno raccolto la piena facoltà di Pensare, Sentire e Volere.
Ma un iniziato non sarà interiormente uno di loro, fino a quando sentirà di essere solo un corpo da soddisfare, finché soffrirà di separazione, finché percepirà ancora un amante e un amato, finché in lui rimarrà una goccia di Io. Solo nel buio e nel silenzio si realizza il vuoto, la liberazione dai pregiudizi e da ogni forma di vanità, ambizione e profanità.

Nell'antichità, l'intuizione consentiva ogni relazione umana in chiarezza di coscienza attraverso la immediata e palpabile sensibilità del reale e del vero, in virtù di un legame meno mediato dai vari strati della mente analitica.
Successivamente, l'evoluzione della ricerca scientifica e tecnologica, necessaria e indispensabile, ha pervaso le coscienze umane, racchiudendo sempre più la scintilla spirituale nella materia fino al punto da creare una dicotomia tra intuito e ragione.
Questo spazio è stato presidiato nel tempo, dalla contesa tra religione e scienza da cui schematizzando: si è passati dal "sentire intuitivamente" al "credere", successivamente trasformato dalla pratica delle religioni in "fede".
Al contempo, la ricerca scientifica ha escluso ogni metodo che non risieda nell'operazione di "dimostrare" un fenomeno, potendolo riprodurre.
Di conseguenza la spiritualità, non più vissuta come un'esperienza intima, si è sempre più trattata come una materia, approcciabile prevalentemente sul piano intellettuale.
Così nell'essere umano, la conoscenza delle proprietà che lo costituiscono, si è frammentata sempre più allontanandolo dalla capacità di percepire l'essenza delle cose.
A margine di queste contese per un primato vacuo, se si vuole contrapporre il piano intellettuale a quello spirituale, le scuole esoteriche hanno tentato di ricostituire il giusto orientamento, indirizzando il cercatore della verità, verso il "sapere", da cui si intende il conoscere, per aver praticato.
La pratica iniziatica, prevede alcune attitudini che sono alla base di ogni scuola esoterica fino dalla antichità: chi cerca la verità spirituale ascolta il cuore, opera una disciplina interiore con riflessi di profonda etica (iniziatica) in ogni frangente della vita, mediante la preghiera, la contemplazione, la meditazione e l'osservazione di sé stesso come di ogni piccola cosa o fenomeno.
E' un lavoro su sé stesso, di sgrossatura degli strati dogmatici, convenzionali, egoistici, aggregati dalla crescente affezione alla materialità di un essere umano che si identifica più facilmente con il suo corpo fisico e quindi paradossalmente, con ciò che è impermanente.
E' assolutamente eloquente un fenomeno denominato "compromesso cognitivo" che mi riporta alla idea di una boccia di vetro piena di acqua in cui sono immersi dei pesciolini rossi: per questi in brevissimo tempo, quell'ambiente rappresenterà l'oceano.
D'altronde già Platone nell'opera filosofica "La Repubblica" circa 350 anni A. C., aveva posto l'attenzione sulla necessità di scoprire la realtà delle cose che circondano l'essere umano, narrando il "mito della caverna".
Proprio su questa forma di acquiescenza della mente, può intervenire l'intuizione che apre le porte della coscienza superiore.
Se questa ci collega con il mondo spirituale, si riattiva la facoltà di essere efficienti e svegli nel mondo visibile, mantenendo al contempo cuore e mente concentrati sulla vita reale.
L'uomo di desiderio dunque, sposta la sua attenzione dal giudizio degli effetti visibili all'osservazione delle cause invisibili che li determinano.
Così prende coscienza sul piano fisico e mentale, dell'origine e delle vibrazioni di ogni stimolo, riuscendo anche ad attribuirlo ad un complesso più ampio rispetto al solo corpo umano.
D'altronde, per l'uomo di desiderio come definito da L. C. de Saint Martin, dedito alla ricerca costante della perfezione e della verità, è inevitabile armonizzare la propria mente con la conoscenza del piano fisico, per poi sperimentare tutto ciò che appartiene al piano astrale, dalle cui correnti "ignote" si protegge e si scherma con il sacro mantello.
La reale iniziazione martinista, si rivolge alla evoluzione spirituale dell'uomo e fino dal primo grado di associazione ed oltre, mediante l'operatività su sé stessi, il "sistema nervoso" riacquista gradualmente quella specifica sensibilità che volge all'intuizione.
D'altronde, la strada che conduce alla conoscenza dell'Assoluto passa dalla comprensione della realtà più vera che è nel profondo di ogni cosa, a partire da noi stessi.
Convenzionalmente, una buona parte della teoria esoterica descrive più "corpi", ma ciò non è da prendere alla lettera: si tratta di metafore che hanno la funzione di fare comprendere che il lavoro spirituale viene svolto su più livelli.
In realtà non ci sono "corpi" distinti, quanto invece diversi stati di coscienza, a seconda del progressivo livello di sviluppo della consapevolezza dell'Io seme fecondatore.
Per l'iniziato, la scoperta più importante consisterà nell'intuizione che i corpi altro non sono che le ulteriori proprietà energetiche e vibrazionali, congenite in ogni singolo essere umano, inteso come "entità cosmica".
Per questo motivo, nessun iniziatore può trasmettere l'illuminazione definitiva, perché non ne ha le facoltà ed inoltre perché la realizzazione del Sé si raggiunge con il cammino e le conquiste individuali, ciascuno secondo la propria "mappa".
Certamente nel rapporto tra maestro e discepolo, potrà disquisirsi tra prove mentali spiegate dalla graduale e sempre maggiore conoscenza di sé stesso, prove fisiche condotte da rituali cerimoniali e trasmissione di indicazioni pratiche che in qualche modo potranno risvegliare la sensibilità astrale, così come operano le vibrazioni con i simboli ed i suoni.
L'esteriorizzazione sensibile degli altri "corpi" però, è acquisizione dell'iniziato durante la sua evoluzione, in un cammino condotto con amore e determinazione, con costanza e prudenza, per giungere ad evocare da sé la conoscenza dei piani di coscienza più elevati.
Quindi, il lavoro dell'iniziato, se condotto da puro desiderio, conduce alla conoscenza dell'Io seme fecondatore, che è racchiuso sotto strati di materia.
Attraverso questo lavoro paziente e graduale, l'iniziato purificherà questi strati, partendo da ciò in cui si identifica: il corpo fisico (unito al suo veicolo eterico-pranico, base della sua vita), il corpo mentale inferiore con le sue cristallizzazioni egoiche e il corpo astrale con i suoi desideri e passioni.
Questi veicoli dovranno diventare strumenti mediatori puliti, attraverso cui potrà manifestarsi la propria autentica essenza spirituale. Tramite il contatto con questa superiore essenza-seme così disvelata, l'Iniziato prenderà coscienza di virtù e amore spirituali.
Papus (da "Iniziazione alla magia pratica" - 1893), dopo aver affermato che nell'organismo umano tutto è strettamente collegato, perché ogni centro deve essere considerato contemporaneamente, centro di materia, centro di forza vitale e centro di impulsi psichici, ha così introdotto il lavoro dell'iniziato: "L'operatore dovrà dunque applicare la sua volontà, non direttamente sulla materia ma su quello che modifica incessantemente la materia e che, in scienza occulta, si chiama il piano di formazione del mondo materiale, il piano astrale".
Ancora Papus: " ... la chiave dello studio dei fenomeni psichici risiede non tanto nella conoscenza degli apparecchi organici, quanto in quella del fluido nervoso e della sua utilizzazione. Soltanto attraverso l'utilizzo del fluido nervoso l'essere umano possiede sensibilità e volontà e può svilupparle".
Nell'antichità le forze fisiche erano comprese nelle forze manifeste in natura e quindi l'operatore non articolava la sua attenzione su piani distinti.
Nei tempi moderni invece l'uomo pensa, parla e opera senza comprendere l'origine della energia che consente tali facoltà e peggio, senza riconoscere che quella energia è egli stesso; dunque, si confonde il cavo elettrico con l'elettricità e l'occultista non è un elettricista che stende cavi, a meno che non voglia restare nel mondo delle illusioni.
Nella pratica, la volontà, virtù che tutti possiedono ma che pochi sanno utilizzare, è il seme che si sviluppa armonizzando le forze iperfisiche vibrazionali mediante la preghiera, la meditazione e la contemplazione, arrivando a manifestare il senso della vita, in generale ed in assoluto, come espresso dalla affermazione del Cristo che riconduce in Uno "la via, la verità e la vita" che potrebbe interpretarsi ed attuarsi come il passaggio dalla teologia alla teofania.
Da questa affermazione si deduce che è evolutivo, tutto ciò che riusciamo a far emergere da noi stessi con la nostra forza di volontà e la nostra coscienza o emanazione della saggezza divina.
E' un lavoro intimo e solitario, soprattutto nei momenti più importanti e a volte traumatici che precedono le opportunità di acquisire nuovi livelli di coscienza ed è nella solitudine che può svelarsi il proprio Sé.
Ma, come ci insegna il rituale di iniziazione al grado di Associato, non saremo mai soli e mediante l'uso della preghiera avremo sempre Entità pronte a soccorrerci.
Anni addietro, mi fu trasmesso questo pensiero tratto da un antico proverbio alchemico: "Non importa quanto ti senta solo: se operi con coscienza e religiosità, ignoti amici verranno e ti cercheranno".
Dopo averlo compreso grazie agli eventi che la vita spesso comporta, ho rivalutato ulteriormente quel messaggio perché illuminante su alcune righe del rituale per il passaggio a S.I.:
"... In altre parole, la fissazione o cristallizzazione, significa la morte di tutte le passioni umane, cui segue la putrefazione, dalla quale si estrae lo spirito sottile che viene posto al centro della Croce, proprio dove si intersecano la linea verticale e quella orizzontale, l'attiva e la passiva, o piano luminoso e piano di riflessione della luce, o ancora piano astrale e piano della materia. Il punto di incontro corrisponde all'unione dello zolfo, lo Spirito, con il mercurio, l'Anima, unione che genera il sale, cioè il corpo trascendente, il corpo di gloria, o pietra cubica, entità finalmente permanente, base della reintegrazione individuale alla quale mirano tutti gli insegnamenti e le pratiche del Nostro Venerabile Ordine. Ora dipende da te far si che, nel cercare la strada che mena alla pietra cubica e alla sua punta, tu, una volta trovatala, non proietti questa punta, in una direzione sbagliata. Rischi infatti di precipitare in una delle condizioni esistenziali dalle quali faticosamente ti eri svincolato e non avresti più alcuna speranza di affrontare di nuovo la salita".
"... da questo momento, tu non devi ricevere ordini da nessuno, all'infuori della tua coscienza: sei tu infatti, da ora in poi, il maestro di te stesso"
.
La coscienza, attributo indipendente dal corpo fisico così come dallo spazio e dal tempo, diventa l'unica compagna di viaggio dell'adepto che non ha più alcun punto di riferimento fisico e che, dal centro della croce deve, autonomamente, individuare la strada che volge a far risplendere in eterno la sua anima.
Per questo motivo, occorre ricordare a noi stessi di provare il più possibile ad essere Spirito che agisce nella materia, perché il corpo e le elaborazioni mentali non sono l'involucro o il bel vestito da sfoggiare dello Spirito ma ne sono lo strumento che dobbiamo purificare e affinare, ricongiungendoli in una perfetta armonia tra di loro e con tutto il creato.
Quando l'iniziato comprende di essere una cellula legata a tutte le altre dell'Universo, impara anche gradualmente ad articolare il suo pensiero-vibrazione tra la sensibilità fisica e la sensibilità iperfisica ed è già all'opera per la trasmutazione delle energie sottili, nella loro essenza creativa.
A questo punto, in un costante stato di veglia l'iniziato potrà riconoscere le dimensioni in cui il relativo si congiunge con l'assoluto, attingendone le ulteriori conoscenze e potenzialità.
Da Gustav Meyrink (Gustav Meyer): "Essere desti è tutto. Sii desto, qualunque cosa tu faccia! Non credere d'esserlo già. No: tu stai dormendo e sognando. Raccogliti risolutamente in te stesso, fai uno sforzo e concentrati, in un singolo momento, solo sulla sensazione che ti attraversa come un brivido il corpo: Ora sono desto!"
Nell'Alfa 3 dedicato ai "centri dell'uomo" il NGMP Nebo, non per caso ma con profonda sensibilità e lungimiranza, cita un lungo messaggio dell'Iniziato Meyrink tratto dal romanzo "La faccia verde".
Questo autore fino all'ultimo dei suoi giorni ha ispirato il ricercatore dell'occulto, a rifuggire la medianità che mette l'uomo a contatto con forze distruttive, invitandolo esclusivamente agli esercizi spirituali che, se correttamente e costantemente esercitati, portano a poter sperimentare il sovrasensibile, "amando con la mente e pensando con il cuore".
Il comportamento di un Iniziato, sostanzialmente deve essere coerente con la propria esperienza e pratica spirituale, non potendo usare le parole per descrivere ciò che della realtà del mondo Spirituale si può solo vivere, ma trasmettendola ed ispirandola mediante il suo esempio.
Ciò in quanto il proprio sé, svincolato dalla materia e riconciliato con lo Spirito, si produce inevitabilmente all'esterno tramite un'esistenza vissuta coscientemente.
D'altronde non c'è rivelazione proveniente da altri che possa rendere l'uomo libero ma è la verità che ciascuno deve realizzare dal proprio intimo, "conoscete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8, 32).
La figura centrale del Nostro Ordine, quella del Riparatore, il Cristo manifestazione umana della incarnazione del Verbo divino, è l'esempio di colui che con il proprio sacri-ficio, ha tracciato il sentiero utile ad invertire il processo di involuzione nella materia in cui l'uomo era precipitato.
Per involuzione, si intenda tutto ciò che dall'esterno entra in noi senza la nostra volontà cosciente e di cui restiamo succubi, dopo di che consideriamo quanta strada abbiamo ancora tutti, responsabilmente da percorrere.
Riceviamo conferme su questi temi anche dal mondo scientifico.
Dalla meccanica quantistica, apprendiamo che "l'universo si è ordinato al fine di produrre al suo interno un osservatore" confermando, come anticipato millenni addietro da Hermete Trismegisto che tutto è collegato in modo non casuale e anzi, con un ordine che attesta l'esistenza di un'Entità organizzatrice e creatrice intelligente, con il fine di creare altre intelligenze.
La stessa scienza ha dimostrato che i "quanta" diventano particelle se osservate, altrimenti restano onde, quindi le proprietà di una particella prendono "corpo" solo quando le osserviamo.
Da questa relazione già nota, gli iniziati di tutti i secoli hanno tratto che la coscienza sviluppata tra concentrazione e intenzione, crea la realtà.
In definitiva, non esiste separazione tra materia e Spirito in quanto la sostanza è soltanto una, così come tra l'osservatore - coscienza e l'osservato in stato di materia.
E l'iniziato deve porsi al di là delle classificazioni di io, tu, noi, loro, corpo, spirito, etc..; ad egli spetta il lavoro di riorientare sé stesso mediante pensieri ed emozioni, per produrre intenzioni generatrici del bene in armonia con l'Universo.
Pensare all'Unità non significa evolvere ciascuno per sé! Ricordiamo che veniamo dall'Uno che si è manifestato nella pluralità ed a questo dovremo tornare.
Poiché ogni cellula pensa e agisce, secondo lo schema di una mente universale da cui un frammento si localizza anche in un corpo fisico, la ricerca della saggezza divina richiede intelligenza, amore incondizionato e azione che sono gli elementi che alimentano e fanno risplendere l'Anima.
La nostra Tradizione, mai e in alcun modo ha ispirato o indotto a elementi o corpi costituenti l'essere umano da elidere, separare o eliminare; al contrario ci ha sempre indicato che non esistono zavorre ma elementi da trasmutare.
Ritrovare la nostra Essenza che è vibrazione in sintonia con l'Amore Universale, ci conduce anche ad essere al servizio dell'intera umanità nessuno escluso.
Questo è il senso della Fratellanza che sempre più deve proiettarsi, sull'intera umanità, identificandosi nella vita Reale con compassione ed indulgenza.
Nessuna fuga o spinta in avanti dunque di un'Anima lanciata, come da una fionda, alla ricerca di stati di coscienza alterati per liberarsi dalla materia e rivendicare posizioni, utili ad un ego rigonfio di vanità.
Ciò sarebbe contro la nostra costituzione biologica e ci allontanerebbe dall'evoluzione che deve svolgersi esclusivamente dentro noi stessi, nei tempi e nei modi dettati dalla nostra coscienza.
E la coscienza non chiede altro di ricongiungersi alla sua origine, come gli atomi all'unico corpo universale.

Per gratitudine e sincera devozione, concludo con le parole già donateci dal NGMP Nicolaus:
"La iniziazione sacerdotale ricevuta e la nostra reale costituzione fisica ci indicano con forza e chiarezza la via della "integrazione" tra questi due mondi, "Le Nozze Alchemiche del Re e della Regina" onde poter trasferire sul nostro attuale piano biologico la nascita di quell'Androgino Ermetico che corrisponde contestualmente alla "spiritualizzazione della materia ed alla materializzazione dello spirito", senza mai dover rinunciare all'uno o all'altro.
Questa è per me, care Sorelle e Fratelli, la prima fase dell'Opera di Reintegrazione che, appartenendo alla esclusiva sfera delle responsabilità personali e mai delegabili, è, al tempo stesso, Egoismo ed altruismo, perché tramite quella trasmutazione che cerco di operare per il mio bene e di cui ho assoluta responsabilità, realizzo anche il bene della intera Umanità; così come il Cristo che, nel suo ritorno al Padre, suo bene, ha voluto, potuto e dovuto ricongiungere la sua componente umana e quindi tutta la umanità, alla fonte Unica dello Spirito da cui essa stessa , con i suoi errori, si era allontanata.
Per procedere in questa via siamo oggi già dotati di tutto il necessario: Iniziazione Sacerdotale, Intelligenza, Volontà, Coraggio e soprattutto Fede in Colui che avendo creato l'Universo per aiutarci a ritrovare la strada di casa, non potrà mai consentire che ci si possa casualmente perdere nel labirinto delle nostre esperienze quotidiane.
Tutto intorno e dentro di noi è finalizzato a questo scopo, poiché siamo al tempo stesso ricercatori, oggetto della ricerca, strumento della ricerca; e per sviluppare questa funzione trina dobbiamo solo essere consapevoli delle nostre capacità e fare nostro tutto ciò che ci viene fornito dai nostri Divini Assistenti.
Tutta la nostra esperienza esistenziale si trasformerà quindi in un rituale sacro, intimo e personale che ciascuno di noi saprà vivere intensamente e liberamente con la assistenza e la "supervisione" della propria coscienza, proseguendo sul cammino della Reintegrazione che l'esempio dell'Uomo-Cristo ci ha indicato".