La creazione nel mondo dell'azione - Il pentalfa ed il governo degli elementali - Lo scongiuro dei quattro.
Anamji S.I.I. Gran Maestro

Bari, Convento 9-10 aprile 2016

Nel permanere della mancanza di presenza in tutto ciò che fa ed in tutto ciò che è, l'uomo resta immerso nelle proprie illusioni e nello studio della natura dedicandosi unicamente agli aspetti esteriori. Egli si identifica con questo universo esteriore o verità apparente e non vede la reale sorgente comunque esistente, nel suo caos interiore.
Osservare la pianta e coglierne la linfa o la vita che è racchiusa nell'invisibile percezione del seme, vuol dire sviluppare la presenza in ogni entità del creato a partire da noi stessi e durante ogni tipo di relazione o operazione.
Nel libro del Genesi, sono menzionati gli "abiti di pelle" dati ad Adamo ed Eva interpretati da molti come i corpi di carne che hanno successivamente rivestito gli esseri umani e l'originaria forma fisica a somiglianza di Dio divenne così, durante la serie ininterrotta dei cicli, sempre più densa. Attraverso questi cicli, mentre un regno giunto al massimo della sua evoluzione andava in rovina, gradualmente iniziava a formarsene uno nuovo che poteva ulteriormente progredire in coscienza ed in ricerca della spiritualità. Gli stessi cicli vita-morte, luce-oscurità, giorno-notte, sono fenomeni che si manifestano mentre il nostro pianeta ruota attorno al suo asse ed attraversa il cerchio zodiacale.
Da questa osservazione, l'uomo generalmente ha tratto l'idea di un'origine relativa unicamente al suo corpo fisico, ignorando o rinviando la coscienza dell'esistenza di un principio intangibile ed invisibile, sorgente di cui egli in realtà ne è il testimone principe.
Martinez de Pasqually nel suo "Trattato della reintegrazione degli esseri", espone le scelte e le sorti del nostro primo avo Adamo. Il primo uomo ebbe emanazione dall'Eterno, affinché potesse dominare tutti gli spiriti e quelli maligni in particolare ma, questi ultimi colsero il suo desiderio intriso di orgoglio e vanità e lo convinsero ad utilizzare le sue facoltà per creare alla stregua dell'Eterno. Adamo riuscì solo parzialmente nell'operazione, dando vita ad una materia più grossolana e tenebrosa di molto inferiore alla sua forma gloriosa. Ciò avvenne in quanto egli ignorò che la facoltà del libero arbitrio quale elemento distintivo da ogni altro essere emanato, non era condizione sufficiente a possedere anche la coscienza dello spirito creatore e con questo atto di presunzione, dall'essere forma gloriosa si sottomise al rango di forma passiva decretando di fatto il suo degrado da dominatore a dominato dalle passioni.
Per i suoi discendenti umani ne derivò che, per relazionarsi con Dio dal piano di Assiah, dovessero operare unicamente attraverso gli Spiriti utilizzando le opportune facoltà per distinguere tra quelli buoni e quelli cattivi.
In questo stato, l'idea che più difficilmente si è manifestata nell'uomo, è quella della degradazione della specie e del suo essere al centro di una natura, nella quale ha lasciato all'oblio la concezione dei suoi diritti e poteri, confondendo la personalità ottusa e tenebrosa con la sua reale essenza.
Dalla dottrina di Martinez, Saint Martin non si distaccò completamente ma a sua volta diede impulso ad una ricerca mistica e ad una "teurgia coscienziale", declinata nella cosiddetta via cardiaca.
L.C. De Saint Martin, nella sua opera "Ecce Homo", afferma: tutte le volte che l'uomo contemplerà i suoi rapporti con Dio, ritroverà in sé gli elementi indissolubili della sua essenza originale ed i naturali indizi della sua gloriosa destinazione. Ed ancora: in Dio il desiderio è sempre volontà, mentre nell'uomo raramente il desiderio si realizza in volontà, senza la quale nessuna operazione è possibile.
Pertanto la via "mistica" che egli indica per l'uomo di desiderio non si sviluppa attraverso l'attesa passiva di rivelazioni, bensì intende attivare le tre potenze dell'anima: pensare, sentire e volere.
Ed è proprio l'unità di queste tre facoltà che l'uomo deve operare in ogni istante, libero dai condizionamenti dei suoi sensi.
La via mistica e la completa acquisizione coscienziale mediante il cuore, appare indispensabile per ogni operazione volta alla rigenerazione di quell'uomo nuovo, degno di tornare a dimorare nell'assoluto della sua forma gloriosa.
Nell'Olam Assiah, realizziamo i nostri destini in un Universo per metà spirituale e metà materiale, perché Malkuth riflette tutte le Sephiroth superiori alle quali però non è possibile accedere direttamente, se non tramite l'Anima che possiede il potere di attingere tale conoscenza attraverso l'uso del pensiero - intuizione.
La forza dell'intuizione nell'uomo, è la facoltà dell'Anima di percepire le cose corporee e spirituali che esistono nell'Universo, come correnti e vibrazioni vive ed intelligenti secondo la diversa densità del piano in cui operano.
L'evoluzione spirituale (Atman) dell'uomo, nell'unione con l'Anima universale, detiene l'immagine di tutte le cose e questa si riflette attraverso l'anima (buddhi e manas).
L'Anima quindi, per comprendere il principio della creazione deve solo congiungersi e sintonizzarsi in profondità con lo Spirito.
In questo modo l'Anima conoscerà "l'idea della creazione" e potrà, di conseguenza, realizzare qualsiasi pensiero-intuizione lavorando l'Akasha (il materiale eterico).
Jakob Bohme, figura fondamentale nell'evoluzione del pensiero di Saint Martin, operò una radicale interpretazione del messaggio della "Tavola Smeraldina" rinominando "l'alto" con il "profondo e l'interiore" dell'essere umano, dirottando la responsabilità dell'azione dall'idea del superiore a quella dell'individuo.
A tale proposito, la tangibilità del corpo fisico non è un impedimento per l'amore spirituale ed universale in quanto l'anima e lo spirito in noi sono altrettanto reali e desiderano soltanto di essere liberi nelle loro manifestazioni.
Appare determinante invece che ogni essere umano superi i limiti indotti dal proprio mondo psichico, nella consapevolezza che la luce è forza e la forza è prodotta dalla volontà.
Poiché questa volontà non ha nulla degli organi materiali del pensiero umano, essa continua, immutabile nel tempo, ad evolvere il materiale elementare richiesto per le generazioni umane ricorrenti e successive.
Nel libro dello Zohar è detto: "l'invisibile assunse una forma quando chiamò l'universo ad una forma".
Tutto ciò che ha forma è quindi, un riflesso di ciò che non ha forma e se non si riesce a vedere nulla di più di ciò che è il tangibile aspetto delle cose, non sarà possibile elevarsi al di sopra dei propri limiti, per realizzare la vita Divina nel mondo dell'azione.
Provando a riunire in tre ordini o specie le Entità invisibili, si delineano:

Nella creazione operata dal pensiero umano, tutte le forme corrispondono a delle idee pertanto è frequente l'errore, di attribuire alle entità ed in particolare a quelle del quaternario, una morfologia umana, anche perché non necessitano minimamente della fisicità materiale.
Secondo le antiche dottrine, gli spiriti elementali, privi di anima, erano prodotti dal movimento incessante proprio della luce astrale.
Questi esseri "invisibili ma sostanziali", per Aristotele rappresentavano la forma in quanto principio per completare la natura ternaria di ogni cellula; per i filosofi medievali erano gli spiriti elementari dei quattro regni; nella Cabala ebraica sono conosciuti con il nome di Shedim e divisi in quattro classi; per i Persiani erano i "Deva" che nel pantheon orientale rappresentano divinità minori con il compito di tutelare luoghi ed entità naturali; gli Egiziani li chiamavano "Afriti" ed i Greci li indicavano genericamente come "Demoni".
Una delle classi di creature più basse nella scala degli esseri che non evolvono in esseri umani, è quella degli elementali, spiriti di natura ciascuno confinato nel proprio elemento ed incapace di superare i confini degli altri elementi.
Nella docetica del libro Beth sono descritti quattro tipi di luci ed una, la luce dell'intelligenza riferibile alla natura, è simboleggiata dal pentalfa che è il segno dell'uomo e delle sue facoltà che si coordinano con la legge quinaria.
Si rammenti sempre che ogni simbolo, al di là di evocare immagini, epoche, contesti e metafore, nulla sarebbe senza la forza magnetica che vi è impressa dalla volontà ed intenzione "operatorie" in esso sintetizzate durante secoli.
La stella a cinque punte, è da sempre un simbolo con un potente significato spirituale: il sole - Horus per gli egizi; il simbolo del segmento aureo per gli architetti medievali ed i costruttori di chiese gotiche; per Agrippa è il microcosmo umano con i cinque punti di forza del corpo che toccano la circonferenza; è la stella dei Magi che illumina il cammino; è la somma di cinque alfa, ossia i cinque princìpi.
Certamente nell'uomo sono contenute tutte le attribuzioni simboliche sopra menzionate per il pentalfa: la forma, l'armonia geometrica delle proporzioni, l'intelligenza-luce e l'equilibrio degli elementi.
Dunque il pentalfa o pentagramma, è il simbolo del microcosmo ed esprime la discesa dello Spirito che dal vertice si produce nel dominio degli elementi e delle loro manifestazioni quali: i demoni dell'aria, gli spiriti del fuoco, gli spettri dell'acqua ed i fantasmi della terra.
Si tratta di entità invisibili alla vista fisica ma rilevabili, come già detto, dalla sensibilità dell'anima che non è l'esercizio di prestare delle supposizioni al mondo visibile per dimostrare l'esistenza di esseri fisici nei quali tutto diventa vero.
Tale prudente attenzione è impartita agli I.I., i quali sono pronti ed istruiti ad operare la volontà (vertice) sulla luce astrale che è l'anima fisica dei quattro elementi, purché fino dai primi approcci, gli elementali siano e restino solo uno strumento per aiutare l'anima a sviluppare l'ulteriore vista o coscienza del cuore.
L'adepto puro di cuore, non utilizza nessuno strumento per dominare o governare particolari effetti ma solo per riequilibrare ed edificare l'armonia perfetta.
Martinez de Pasqually, pur riconoscendo nel diritto e nelle facoltà la superiorità dell'essere umano, non ha mai smesso di mettere in guardia i suoi discepoli sulla forte capacità di attrazione spesso distruttiva che possono esercitare gli "esseri psichici" quando si intende andare oltre la loro conoscenza puramente intuitiva.
Applicando questo comportamento atto a distinguere coscientemente il potere reale da quello sorto per mera volontà temeraria, gli elementali resteranno il mezzo con cui lo spirito opererà sulla materia-natura in funzione di un costante processo di riequilibrio.
Allora, nella consapevolezza della potenza delle proprie intenzioni-azioni, si impone agli elementi la propria volontà per mezzo della parola-verbo con le specifiche consacrazioni dell'aria, del fuoco, dell'acqua e della terra.
La formula dello scongiuro (cum-iurare: giurare assieme) è indicata per operare verso uno spirito l'opposizione di una corrente energetica o quella di una catena eggregorica.
Gli elementali hanno come loro collocazione peculiare il punto mediano tra gli estremi del pentalfa e, nello specifico: Lo Spirito vibra tra l'alto ed il basso e pratica il dominio della volontà nella luce astrale, in cui si manifestano gli spiriti elementali, per realizzare l'armonia e la conoscenza che non vuol dire superstizione ma soltanto Amore.
I geni terrestri, operano abitualmente sotto una propria legge ed agiscono secondo specifiche reazioni che li stimolano ma è certo che, quando lo Spirito si congiunge agli elementali per la mediazione dell'uomo, in quanto sintesi di armonia, conoscenza ed amore egli stesso dominerà sempre gli esseri inferiori anche se portatori di ignoranza e debolezza disgreganti.
Noi Martinisti, da monaci combattenti siamo divenuti sacerdoti consapevoli di dover dare ed offrire, definitivamente, tutto di noi stessi unicamente alla conoscenza dell'armonia e dell'Amore, per unire e mai per separare, applicandoci nella via spirituale con prudenza, umiltà e volontà ferma.
Certamente possono dirsi risvegliati, coloro che credono fermamente nell'essere umano in quanto entità completa che porta a compimento la creazione di ciò che ha forma nel mondo fenomenico, utilizzando la legge Divina e naturale della vita.
Essi hanno compreso che l'essere umano è Spirito e che il corpo fisico è una sola delle sue manifestazioni, realizzando che lo Spirito è la vita Divina in sé.
Questa definizione non è lontana dalla consapevolezza di tanti esseri umani soprattutto se iniziati, eppure simili peculiarità aderiscono esclusivamente a rare figure di levatura spirituale assoluta quali Buddha e Gesù Cristo, i quali ci hanno sostanzialmente tramandato che conoscere il vero essere umano equivale a conoscere Dio; lo stesso indirizzo che ci proviene dalla dottrina del Nostro Amato Maestro Passato L. C. de Saint Martin.
La via della rigenerazione alle originarie virtù è lunga e piena di insidie perché dominare la vita psichica è quanto di più difficile esista nell'essere ancorato al piano del quaternario.
In questo piano ogni uomo possiede già l'uso del libero arbitrio ma per attivarne le facoltà necessita l'infusione e la coscienza dello Spirito, per elevarsi verso quella reintegrazione in cui l'intuizione sarà tutt'uno col pensare, sentire e volere, come un'unica vibrazione in armonia con l'Universo.