IL PASSAGGIO OLTRE IL VELO

Conosci te stesso

La forza sessuale a livello cosmico

Lo Spirito Santo

 

Sembrano tanti argomenti, tutti di grande importanza, ma in realtà hanno  una  unica sintesi: - La Consapevolezza della Missione Umana.

Siamo stati catapultati in questa realtà umana apparentemente, senza il nostro assenso e senza  l’espressione della nostra volontà.

Ci sentiamo come parte di un programma che noi non abbiamo scelto nè impostato e che talvolta impariamo a conoscere, almeno in parte, solo nel corso avanzato della nostra esistenza.

Allora intuiamo di essere oggetto di un sistema molto più grande di quanto la nostra mente umana possa comprendere e ci ritroviamo soggetti a leggi  in gran parte sconosciute ma che condizionano e vincolano la nostra vita attuale e futura.

La ragione, facoltà della nostra mente, acquisita grazie ad un programma genetico che caratterizza ciascun umano, non la abbiamo cercata, voluta o richiesta, ma ci è stata data, quasi a voler significare che non solo siamo obbligati a vivere questa esperienza, ma che dobbiamo anche soffrire della incapacità di comprenderne tutte le motivazioni.

La Scienza, come insieme di esperienze maturate dai nostri progenitori nel corso dei millenni e parziale conoscenza delle poche leggi di questa realtà che siamo riusciti ad interpretare, ci dice che questo Universo, la vita e la nostra stessa esistenza non possono essere frutto del caso, ma sono volute da una indefinibile Intelligenza che ha determinato questo Universo, le sue leggi, lo sviluppo della vita in generale e del genere umano in particolare.

A questa Intelligenza suprema la nostra civiltà ha dato il nome generico di Dio, salvo poi definirlo nel modo che ciascuno ritiene più giusto e più congeniale ai suoi convincimenti personali.

A questa Intelligenza Suprema, più o meno consapevolmente, da sempre l’Uomo chiede con disperazione : - Perché ?.

Dall’inizio dei tempi sono state spese innumerevoli vite di studiosi, filosofi, Iniziati grandi e piccoli, Adepti, monaci, guru, sacerdoti, sciamani e di gente comune, appartenenti a tutte le correnti filosofiche e religiose, esistite ed esistenti, per meditare e proiettare la propria coscienza  oltre il limite umano alla ricerca della risposta a questa domanda.

I risultati di questa immensa ricerca, che ha coinvolto per millenni tutto il genere umano, sono stati riversati nel Grande Bagaglio delle Tradizioni da cui tutte le Religioni, le Filosofie e le Scuole Iniziatiche hanno origine.

 

Il N.V.O. ci insegna che l’Uomo, prima di nascere in questo livello di realtà, era Uno, Androgino, Sintesi del tutto, eterno, integrato con il Dio Creatore e con tutte le entità da Lui emanate.

 

Era quindi dotato di caratteristiche particolari, alcune delle quali sono facilmente intuibili:

1- Essendo Androgino aveva in sé il genere maschile e quello femminile perfettamente integrati con tutte le relative conseguenze e, quindi, non avvertiva quel senso di incompletezza che spinge noi umani a ricercare con ossessione il compagno ideale per completarsi.

2 – Essendo sintesi del tutto, aveva innato il potere assoluto e non era condizionato dai bisogni fondamentali degli umani quali l’istinto di sopravvivenza proprio e della specie, il desiderio di potenza, il bisogno di essere amato e di conoscere, la ricerca del piacere sensoriale, lo stimolo sessuale.

3 – Creato prima del tempo e dello spazio era Immortale e quindi non conosceva la morte, né aveva il timore di perdere quanto era riuscito ad acquisire, avendo avuto il tutto da sempre.

4 – Essendo uno con Dio non conosceva la paura, né la solitudine, né l’ignoranza.

Poi pare che abbia liberamente operato delle scelte che hanno provocato e comportato il suo  manifestarsi in questa realtà duale di totale privazione delle sue antiche prerogative, continuando però a portare in sé il ricordo ancestrale ed inconscio del suo stato edenico che condiziona e caratterizza la sua attuale esistenza ed i suoi bisogni.

Ora, schiavo del Tempo, non più androgino, avverte un profondo senso di incompletezza che spesso chiama Amore, che lo spinge a ricercare con ossessione il compagno ideale per completarsi.

Sente il bisogno forsennato di ricercare quel potere assoluto che ormai non ha più.

Gli è rimasto il segno di quel grande difetto che, secondo le Scritture, è stato la causa della sua caduta, la  “sindrome della Divinità”.

Persevera nel convincimento di essere lui solo in grado di determinare e definire la esistenza sua e di coloro che a lui sono collegati e la relativa qualità della vita, per cui è un accentratore e niente può funzionare bene se lui non partecipa direttamente.

La divinità creatrice viene così relegata ad un semplice ruolo secondario, lontana dalla vita quotidiana, considerata come se fosse al suo esclusivo servizio, da cercare e pregare se e quando si ricorda e comunque solo in caso di stringente bisogno.

Il desiderio di sentirsi amato, apprezzato, considerato dai suoi simili condiziona tutte le sue attività.

La mente cerca il piacere con le sue propaggini sensoriali ed in tutti i modi possibili.

Si dibatte tra la ricerca della conoscenza vera, che però comporta anche responsabilità non eludibili, e la ricerca della conoscenza finalizzata alla acquisizione di maggiore potere sugli altri e sulla natura.

 

Il ricordo inconscio della sua appartenenza antica alla Eternità lo spinge ad ignorare la morte, che teme profondamente perché ritenuta la fine di tutto, ed alimenta lo stimolo sessuale non solo per il piacere personale e per la  ricerca della metà perduta, ma anche per il surrogato di immortalità che viene dalla continuità della specie.

Il suo  strano senso di eterna permanenza  caratterizza tutto l’arco della sua esistenza, fino a quando, improvvisamente e quasi senza essersene reso conto, si trova al momento del passaggio oltre il velo, del tutto impreparato all’evento.

Durante la sua esistenza ha sempre rifiutato di pensarci, aggrappandosi a quella vita sensoriale che riempiva tutti i suoi orizzonti ed ora, l’evento cruciale della sua esperienza mondana è lì, incombente.

 

Gli Iniziati sanno che, per morire bene, bisogna imparare ad attraversare la  soglia consapevolmente ed è quindi necessario vivere con consapevolezza, sempre coscienti di sé e delle proprie opere, da svegli, immaginando di vivere l’esperienza della propria morte con il progressivo passaggio oltre il velo.

E’ fondamentale imparare a conoscere se stessi, osservando tutte le proprie reazioni in ogni manifestazione della vita mondana così come lo scienziato ricercatore osserva e segue nel laboratorio della vita quotidiana “la vita”, il suo esperimento più importante, con lo scopo di scoprire tutti gli stimoli e le condizioni che caratterizzano la sua esistenza, divenendo allo stesso tempo  oggetto e soggetto della sua ricerca.

L’esperimento più importante della esistenza dell’Iniziato, la Grande Opera,  è il tentativo di ritornare come era prima della caduta, di Reintegrarsi nelle primitive funzioni divine, nell’Adamo Kadmon, pur sapendo che questa ennesima esistenza potrebbe non essere sufficiente.

Comunque, imparare a  “conoscere se stessi” rimane, pur sempre, una conquista determinante, una acquisizione che potrà comunque ritrovare come eredità nelle sue vite future.

Sappiamo, per nostra stessa esperienza, che lo stesso essere umano è capace di opere e gesti sublimi ed, al contempo, di azioni e comportamenti aberranti ed animaleschi.

La Scienza Esoterica ci insegna che l’uomo vive la sua propria esperienza di vita operando su molteplici livelli, da quello puramente fisico a quello psichico, mentale, animico, eterico, spirituale e persino divino.

E’ come un palazzo a molti piani, dal buio delle fondamenta e del garage sotterraneo all’attico illuminato dal sole.

E ciascuno di noi, con la propria volontà di ascendere e discendere, decide in quale piano o livello fissare abitualmente la propria consapevolezza.

 

Dai nostri rituali sappiamo che l’Iniziato “ impara a comprendere la severità della legge, l’infallibilità della giustizia ricordando la separazione necessaria che è costretto ad operare con tutto ciò che è estraneo alla propria natura autentica…” .

Siamo solo noi che più o meno consapevolmente selezioniamo il pulsante del nostro ascensore intimo, la nostra volontà, per salire o discendere al livello

desiderato che certamente, per l’Iniziato, non può essere quello del “garage” o dei piani bassi del proprio palazzo, ma solo quello più vicino al Sole.

E, sempre dai nostri rituali, l’Iniziato sa che “ l’uomo, in effetti, è fuoco concentrato in un involucro grossolano ed ha per legge imperativa la dissoluzione dell’involucro allo scopo di ricongiungersi alla Sorgente dalla quale si è separato”.

 

I nostri venerati Maestri e, tra questi Giuliano Kremmerz, hanno raccolto le loro esperienze profondamente meditate, considerando ed osservando con cura la morte dei propri discepoli, integrando così gli insegnamenti tradizionali e quelli riportati anche nel libro dei morti dell’antico Egitto, oltre che in quello più recente, il Bardo Thadol dei monaci tibetani, che usano aiutare i confratelli nel momento del passaggio oltre il velo.

La morte, per l’essere, è la liberazione dello Spirito e dell’Anima dal corpo astrale e dall’organismo fisico che li tenevano prigionieri. Dopo la morte fisica, Spirito ed Anima emigrano verso un'altra dimensione, abbandonano alla terra il cadavere fisico, ed all’atmosfera occulta della terra il cadavere astrale invisibile che alimenta di larve ed essenze negative il pianeta.  

Le cellule che costituiscono il corpo fisico, con il proprio fluido biologico, rimangono ancora per poco vitali, fino a quando i fermenti speciali della putrefazione non avviano la disgregazione cellulare organica, liberando gli atomi che le compongono e la forza fluidica passiva che li univa e che torna  nel serbatoio fluidico della vitalità terrestre.

E’ la restituzione delle parte materiale ed energetica presa a suo tempo in prestito dal pianeta. La parte successiva sarà restituita con il corpo astrale del quale l’anima immortale, figlia dell’ unione Spirito-Materia, dovrà liberarsi per purificarsi definitivamente.

Questa è la fine prevista del corpo fisico con il quale eravamo abituati ad  identificarci, a cui nel corso di questa esistenza terrena abbiamo dedicato ogni più particolare cura ed attenzione, disposti a tutto pur di mantenerlo sempre bello, giovane, efficiente, sano.

Dimentichiamo che è uno strumento di supporto allo Spirito Divino che altrimenti non potrebbe manifestarsi in questa realtà materiale, per non prevaricare le leggi che lo stesso Creatore ha stabilito, e che gli consente di essere presente e sacralmente operativo in questo universo fisico, che è un oceano brulicante di vita collettiva, un tumultuoso serbatoio di esseri di ogni specie che qui devono evolvere trascorrendo l’ intervallo delle loro successive esistenze.

Il divorzio tra l’essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio ed il suo corpo fisico che muore e si decompone, coincide con l’arresto delle funzioni corporalmente vitali, ma la cessazione di queste ultime, con l’esodo spirituale, animico ed astrale, non è immediato.

Il corpo astrale è la componente psichica che si forma e si sviluppa con i nostri tanti Ego acquisiti in virtù delle nostre esperienze di vita in questo livello.  È l’ insieme delle nostre false personalità, ambigue e suscettibili di fondersi intimamente, anche se solo temporaneamente, con l’anima.

 

L.C. de St. Martin ci dice che “ Nell’asservirsi alla materia dei sensi l’uomo primitivo, l’originario Adamo Kadmon, non solo si separò dalle potenze Spirituali superiori che avevano concorso a dargli la sua potenza, ma lasciò che le proprie virtù si mescolassero con tutte le parti della sua prigione”.

 

Il Kremmerz aggiunge “ si è formato come un deposito limaccioso in un serbatoio e, goccia a goccia, il torbido vino della esistenza fisica ha depositato il suo sedimento  nel fondo del nostro vaso..”, con la complicità della nostra mancanza di volontà e di vero Desiderio di ritornare alle nostre origini.

 

In questa fase il nostro corpo astrale mantiene prigioniera la nostra anima, il nostro Sé, la nostra vera personalità, che potrà liberarsi solo dopo la dissoluzione del  suo carceriere.

L’inevitabile divorzio tra le nostre false personalità e quella vera, il Sé, determina l’agonia della seconda morte, la prova più dolorosa e difficile,      la “ separazione del grano dalla pula che viene dispersa al vento”  come dice il Salmo del nostro rituale.

E’ l’ultima vera confessione con la quale l’Anima definitivamente rigetta  tutte quelle componenti createsi con la esperienza di vita mondana che avevano prodotto la formazione delle false personalità nel corpo astrale  e che ora non sono più capaci di sopravvivere al corpo materiale e sono quindi destinate a dissolversi con esso.

Così l’Anima, il nostro vero Sé, figlia del santo matrimonio dello Spirito Divino con la Materia, evolve verso le dimensioni spirituali purificandosi e sublimando i suoi componenti attivi.

L’istinto diverrà Intuizione, la psiche si trasformerà in Amore, la acuta intelligenza evolverà in Spiritualità e tutte le facoltà positive secondarie si tramuteranno in modo analogo.

Contestualmente saranno espulse tutte le contaminazioni che l’hanno accecata ed infangata, le sostanze pseudo animiche e larve lemuriali che si sono generate giornalmente con le carezze della materia, nel diletto dei sensi brutalizzanti, a causa del cattivo uso del proprio libero volere.

Fino a quando il corpo astrale, gravato dalla sua falsa sostanza psichica, peserà sull’anima vivente, questa rimarrà prigioniera del cadavere, sempre più tormentata dall’orrore della sua crescente decomposizione.

Sono sterili i suoi sforzi per liberarsi da quegli odiosi resti, ed il supplizio dura tutto il tempo necessario alla eliminazione di tutte le “simil nature” acquisite durante la vita materiale.

Le difficoltà e le sofferenze di questa purificazione sono proporzionali alla misura in cui l’anima si è lasciata incancrenire nel vizio e nella menzogna.

Per i perversi, i vizi e gli errori sono una seconda natura e con il rinunciare ad essi crederanno di rinunziare a se stessi.

Per i veri Iniziati questa prova è invece molto più semplice perché i loro sedimenti di illusione si staccano più facilmente e la loro costante ricerca della verità li rende più pronti a ripudiare tutto ciò che verità non è.

La seconda morte si consuma e la forma astrale, assimilata dalla sostanza occulta del pianeta, deve fare ritorno ad esso perché si è incorporata alla materia così profondamente da aver acquisito le qualità terrestri.

L’Anima, per quanto purificata, rimane comunque segnata dagli errori e dai meriti che l’hanno caratterizzata durante la vita precedente e rimane in attesa della successiva reincarnazione quando, supportata dallo Spirito Santo, potrà trovare condizioni migliori per proseguire la sua evoluzione spirituale sino alla reintegrazione finale.

Si è quindi definitivamente consumato il divorzio tra lo Spirito Divino nell’Uomo, che insieme alla sua Anima costituisce l’elemento attivo, maschile, e la materia corporea, elemento passivo, femminile.

Senza quello Spirito, l’ “Alito di Dio” della Creazione, Spirito Santo, testimone del Suo Amore, l’Uomo non avrebbe mai potuto essere vivo e sarebbe rimasto per sempre polvere.

Ma, senza la componente animica, lo stesso Spirito Santo, non avrebbe mai potuto manifestarsi in supporto dell’Uomo, non potendo discendere direttamente nella realtà materiale a cui l’Uomo era stato condannato, poiché l’Assoluto è incompatibile con il Relativo.

Con la nuova reincarnazione la materia, ancora una volta consacrata dallo Spirito di Dio, permette all’Anima che è dovuta ritornare per portare a compimento tutte le sue prove, di sviluppare una ulteriore e nuova sintesi di esperienze di vita con la crescita del suo Sé immortale e la formazione di nuove personalità che matureranno nella vita in fase di sviluppo.

Questo nuovo supplemento, sacralizzato nella misura in cui l’Iniziato avrà saputo sublimare con la sua consapevolezza e partecipazione la esistenza materiale appena finita, si innesta nell’anima immortale e si aggiunge alle altre tante esperienze già consacrate con le vite precedenti, permettendo un progressivo avanzamento sulla via della Reintegrazione finale.

 

Il rapporto che unisce lo Spirito e l’Uomo è un rapporto di Amore assoluto, identico a quello che unisce Dio alla Shekinah, la Sua Divina presenza, e che unisce Dio all’essere umano che lui stesso ha voluto e che vuole ricondurre a sé.

Il maschio e la femmina umani sono istintivamente ed inconsapevolmente partecipi di questo Amore Divino, si sentono reciprocamente attratti dal ricordo ancestrale della loro matrice androgina e si cercano perché tendono a formare una unità.

Non sempre sono consapevoli della loro antica origine, né delle origini divine dell’Amore che, attraversando la psiche umana, si manifesta in forma decaduta e corrotta, quasi sempre trattato come reazione istintiva ed animale appartenente alla sfera sessuale, dove si mescola con l’istinto di conservazione della specie.

L’Iniziato sa che l’Amore, con la sua energia e forza, non è un prodotto ormonale, non nasce dalle ghiandole sessuali, né dalla libido della mente umana, ma proviene direttamente da Dio e dal Dio in noi, in tale quantità potenziale da poter creare, mantenere ed alimentare con la sua energia tutti gli infiniti universi esistenti, le loro leggi e le rispettive forme di vita.

Solo quando questa consapevolezza sarà diffusa per tutta la umanità, potrà rinascere la Verità nel genere umano e l’Armonia nel mondo di cui è parte.

Purtroppo i tempi non sembrano ancora maturi perché l’uomo continua a confondere il sesso con l’Amore e, per giustificare la propria ignoranza preferisce credere che particolari pratiche rituali di vera e propria magia sessuale, possano portarlo al culmine della vera conoscenza, illudendosi di operare con la magia bianca..

La consapevolezza della forza dello stimolo sessuale e dell’Amore che spesso lo accompagna, ha provocato nei nostri avi un giusto e sano rispetto per queste manifestazioni di cui intuivano le origini divine tanto da utilizzarle spesso come metafora per descrivere l’Amore e la forza che unisce Dio agli uomini e viceversa.

Purtroppo alcune degenerazioni di questo atteggiamento, che hanno avuto origine nella cultura popolare di religiosità indiana intorno al 6° sec. d.c., quindi di matrice non iniziatica, hanno trovato collocazione in una serie di insegnamenti del genere pseudo-esoterico con il nome di “Tantra” (trama o rituale, in sanscrito), da cui ha origine la Magia Sessuale.

Il Tantra è considerato uno sviluppo popolare del Brahamamesimo e, con le sue varianti induiste, buddiste e giainiste, si è diffuso in Tibet, Cina, Corea e Giappone, tutte aree nelle quali le religioni più antiche non avevano un corpus etico e morale e non proponevano un rapporto diretto con un Dio molto vicino all’uomo, come nelle aree occidentali, dove la religione trova la sua origine culturale e filosofica nell’Egitto dei faraoni, a cui fa seguito l’ Ebraismo antico e l’ Ellenismo Greco e lo Gnosticismo Cristiano.

Il primo studioso occidentale di Tantra, con lo pseudonimo di “Arthur Avalon “ è stato James Woodroffe, seguito da studiosi di religione comparativa come Mircea Eliade, Julius Evola, Carle Gustav Jung, Tucci, Zimmer, che lo hanno definito come la forma  più radicale di spiritualità arcaica dell’India aborigena ed il percorso violento e trasgressivo verso il Sacro”.

Nella seconda metà dell’800 il fondatore della Tradizione Rosacruciana in USA, Piter Randolph, condivideva ed applicava i principi di Magia Sessuale. Sull’onda di una crescente diffusione di un pensiero neo-gnostico che si era anche arricchito di alcuni elementi di Quabbalah e Magia Cerimoniale, particolarmente di moda nei circoli esoterici del tempo, la Magia Sessuale ben presto  portò, intorno alla fine del secolo, con la traduzione del testo del Kamasutra, alla nascita dell’ “Ordo Templi Orientis”, da cui la nota Golden Dawn e le esperienze di Alistair Crowley.

Sono numerose le scuole, le associazioni e le chiese nate, dopo la metà del 900 e basate su questi principi e, tra queste, la Comunità di Oneida, la  Società Unita dei Credenti, detti Shakers,  i cosiddetti Bambini di Dio, i  Moonisti, la Via Internazionale, i Raeliani, la Scientology, la Relevant Church, la Chiesa del Sesso Sacro etc.

Lo sviluppo di un nuovo filone neo-gnostico intorno agli anni ’60 ha contribuito al consolidamento ed alla diffusione delle pratiche del Tantra e della Magia Sessuale.

Infatti sia il mago che il neo gnostico avevano intuito che la sessualità è tra le emozioni umane più forte e diffusa, comune a tutti e quindi, come tale, costituiva una importante porta di accesso per altre realtà, oltre che per evidenti opportunità commerciali.

Non hanno però considerato che, valendo questo in particolare nel campo delle emozioni, da un punto di vista esoterico ed iniziatico non può che essere considerata una “Illusione”.

Il Tantrismo sacralizza l’ Eros ed il culto degli organi sessuali divinizzati, con tutte le aberrazioni che conseguono, ed afferma che tutti gli opposti, bene-male, luce-tenebre, vero-falso etc.  sono illusori e quindi coincidono.

Soltanto il vuoto universale esiste, mentre tutto il resto è sprovvisto di realtà ontologica e la trasgressione diventa così un atto efficace sul piano etico-superiore che procura “Potenza Magica” ponendo il relativo Iniziato al di sopra di tutti, anche degli Dei.

Per evitare che questi comportamenti, che annullano le leggi morali e che il culto divino e le restrizioni ascetiche abbiano rilevanza sul proprio Karma, è necessario solo seguire quello specifico rituale di meditazioni e di particolare attività sessuale che avrebbe lo scopo di realizzare nell’individuo “la Verità del vuoto universale”.

La attivazione della vita Tantrica avviene con la guida di un Guru che aiuta a risvegliare la Kundalini, l’energia primordiale, che giace in letargo nel Chakra inferiore della spina dorsale, guidandola attraverso tutti gli altri Chakra, fino all’ultimo, alla sommità del capo.

Il risveglio della Kundalini è perseguibile con  molte altre tecniche yoga, estranee alla Magia Sessuale, ma per i seguaci del Tantra l’unica via è quella che porta ad uno specifico processo detto Maithuna, il Tantra della mano sinistra, nel quale l’accoppiamemnto sessuale avviene evitando la emissione del seme maschile.

Secondo “Antropologia Gnostica”, il movimento creato intorno al 1960, questo processo di Magia Sessuale sarebbe necessario per distruggere gli ego cattivi  e far nascere nuovi corpi intimi superiori trascendendo la natura.

Infatti, l’atto sessuale, non più biologico ed istintivo, diventa un rituale che riesce a trasformare la coppia umana in coppia Divina che ricrea l’istante mitico della creazione.

 

In aperto contrasto con queste interpretazioni, la Pistis Sophia, il trattato fondamentale dello gnosticismo cristiano, riporta un dialogo tra un discepolo ed il Cristo nel quale egli, interrogato in merito alla pratica di Magia Sessuale nella quale l’operatore, per garantirsi una rapida crescita dello Spirito deve ingerire frequentemente il seme maschile mescolato al mestruo femminile, gli risponde che “ a quelli che operano in questo modo non sarà perdonato né in cielo né in terra”.

 

Non è un caso che i Vangeli riportino soltanto un’altra situazione, nella quale il colpevole non potrà mai essere perdonato né in cielo né in terra, “quando l’essere umano pecca contro lo Spirito Santo”

 

Infatti, nel primo caso, Gesù considera gli atti di Magia Sessuale come un peccato contro l’Amore di Dio che ha creato l’Umanità con tutte le sue componenti e le sue leggi naturali, e l’Amore di Dio è lo Spirito Santo che vivifica e santifica l’Uomo e tutto il Creato.

 

Memori di questo, miei cari fratelli e sorelle, tutti originati da Adamo Kadmon, l’Adamo Androgino nel quale riconosciamo lo stesso Cristo, operiamo secondo le leggi Divine e riconquistiamo, con il nostro lavoro e le nostre preghiere, il diritto alla Reintegrazione.

 

A sintesi di quanto abbiamo detto vi invito a meditare i numerosi detti ed aforismi del NVM L.Claude de St. Martin :

 

-Se riteniamo che dopo la morte questo mondo non sia stato altro che illusione magica,  perché oggi lo consideriamo diverso?

La natura delle cose non cambia.

 

-Poiché la nostra esistenza materiale non è vera Vita, così la nostra distruzione materiale non è vera morte.

 

-La paura cammina con quelli che dibattono della morte, mentre quelli che pensano alla vita hanno sempre l’Amore come compagnia.

 

- La morte dovrebbe essere considerata solo come una sosta, nel nostro viaggio, necessaria per sostituire i cavalli stanchi con cavalli freschi onde proseguire ed andare più lontano.

Ma dobbiamo anche pagare quanto dovuto per il viaggio già fatto e fintanto che non abbiamo pagato non possiamo proseguire.

 

-La speranza è fede che nasce, la fede è speranza soddisfatta, l’amore è la operazione vivente e visibile della speranza e della fede.

 

- Il più grande peccato che noi possiamo commettere contro Dio è il mettere in dubbio il Suo Amore e la Sua Misericordia, mettendo in dubbio la universalità della Sua potenza, e questo è il peccato persistente del principe delle tenebre:

“ Il peccato contro lo Spirito Santo”.

 

-L’Universo è come un grande Tempio dove le stelle sono le luci, la terra è un altare, tutti gli esseri corporali sono il suo olocausto e l’Uomo, è il Sacerdote dell’Eterno, colui che offre i sacrifici.

 

-L’Universo è anche come un grande fuoco, acceso all’inizio dei tempi per la purificazione di tutte le cose corrotte.

 

Chiudo miei cari fratelli e sorelle facendo mio il testamento Spirituale del  Maestro Jacob Boohme :

 

“ La sola Iniziazione che cerco con tutto l’ardore della mia Anima è quella attraverso cui possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi per creare un matrimonio indissolubile, che ci renda l’amico, il fratello e lo sposo del nostro Divino Riparatore.

Non c’è altro mistero per arrivare a questa Santa Iniziazione che quello di immergerci sempre più nelle profondità del nostro essere e di non lasciare la presa fino a che non siamo pervenuti a sentire la sua vivente e vivificante radice, poiché allora tutti i frutti che dovevamo portare, secondo la nostra specie, si produrranno naturalmente in noi e fuori di noi, come vediamo accadere per i nostri alberi terrestri, fino a tanto che rimangono aderenti alla loro propria radice da cui mai cessano estrarre i succhi.”

 

                        Nicolaus S. I. I. Gran Maestro